giovedì 17 novembre 2016

Capitolo 1: Voler bene

17.11.2016
Qualcuno sa dirmi cos'è l'amore? In questo momento avrei davvero bisogno di saperlo. Attenzione, non parlo dell'"Amore": su quello, lo sapete, ho una mia teoria. Io parlo del semplice amore, delle false-copie del concetto più grande, di come si declinano e soprattutto come si riconoscono. 
Credo di aver amato una sola volta nella mia vita e per di più l'unica persona a cui non ho mai detto "ti amo". Che problemi mentali ho, caro lettore? Davvero, senza fare troppi complimenti, spiegami quali turbe, a parer tuo, mi affliggono, ma soprattutto cos'è l'amore. Ho davvero bisogno di saperlo in questo momento. Per cercare di capirne di più, ho deciso di scrivere un post a riguardo, così da penetrare nell'argomento assieme a te ed uscirne arricchiti.
Cerchiamo di individuare e definire tutte le varie declinazioni di Amore possibili. Naturalmente me ne perderò qualcuna per strada, anche qui chiedo il tuo aiuto, correggimi e completami quando vuoi.
Ndr. Si parlerà solo di sentimenti sinceri e tra esseri umani. Sono le 23.50 e se iniziassi a parlare di ciò che provi per il tuo canarino Titti, caro lettore, non finirei mai.

1) Voler bene
In italiano non abbiamo molti modi per esprimere i nostri sentimenti, nel greco antico, per esempio erano molti di più. Uno di questi è il classico "Ti voglio bene": ma da che cosa deriva questa espressione? In latino potremmo tradurla con "Bene vellere", che in realtà ha un significato molto più importante di quello che gli attribuiamo noi moderni: in Catullo (sì, è un autore che mi piace abbastanza  come avrai capito), per esempio, ha un valore anche più forte di "Amare". Guarda, caro lettore, che voler davvero bene ad una persona è un'attività difficilissima, significa sacrificarsi per permettere al destinatario della nostra emozione di raggiungere il suo benessere, desiderare che lui o lei sia felice, annullando quasi completamente qualsiasi fine egoistico. Capirai anche tu che è un concetto molto ampio e profondo, sarebbero necessari altri termini per definire meglio le varie tipologie di "voler bene", termini che, ahimè, non esistono. Proverò comunque a creare dei sottogruppi per l'occasione.
- In famiglia. Anche qui potrei creare ventordici diverse categorie. C'è il "Ti voglio bene" di abitudine e facciata che si dice a Natale allo zio che non vedi mai, se non quella volta che viene a finire tutto lo zabaione a casa tua, non lo odi, per carità, ma provi per lui quel blando sentimento che la consanguineità impone. C'è il "Ti voglio bene" di una madre ad un figlio, quello di un padre ad un figlio, quello del figlio ai genitori, di entità diversa, decisamente più profonda. Come differente è l'intensità di un "Ti voglio bene" tra fratelli e altra ancora quella tra parenti più lontani di quelli della cerchia familiare, ma più vicini dello zio beota.
- Tra conoscenti. Cosa dire ad una persona non particolarmente cara con cui hai passato una bella giornata o una serata divertente? E cosa provi per un compagno di classe abbastanza simpatico? E se Giovanni, il tuo collega tanto disponibile, ti coprisse nel turno serale di stasera, che cosa gli diresti? Sarebbe utile un'espressione diversa da "Ti voglio bene" per esprimere questo tipo di legame.
- Tra amici. Prima o poi farò un post sull'amicizia, è davvero un argomento molto vasto e trattarlo in questa breve didascalia mi sembrerebbe riduttivo. Definiamola per ora come l'insieme di quelle pochissime persone su cui potrai sempre contare e per cui ti faresti in quattro in qualsiasi momento, quelle con cui ti racconti anche se sei introverso o quelle con cui metti da parte la tua logorroicità (questa parola non esiste... credo) per ascoltarle se sei estroverso. Anche per loro basta il "Ti voglio bene" che hai usato giovedì con la compagnia di calcetto? Ci vorrebbe qualcosa di più, di diverso, che, naturalmente, non c'è.
- In un rapporto sentimentale. Non sapevo se aggiungere questa sottocategoria, ma sento di doverlo fare. "Ma come, LOH, se stai con una persona, perché non dirle 'ti amo'?". Spè. Diresti mai "Ti amo" alla tua scopamica? Avresti il coraggio di dirlo alla persona di cui sei innamorato, ma non corrisposto? Oseresti le due magiche parole con la ragazza con cui ti stai giusto frequentando o che hai baciato per la prima volta solo ieri? Parlo come se fossi un uomo, caro lettore, ma lo stesso vale per le pulzelle. La tua risposta immagino sia no. Questo è il campo in cui più si sente la mancanza delle parole adatte per parlare di quel sentimento che ancora non è amore, ma ha superato da un po' la soglia dell'amicizia. Affronteremo questo punto più nello specifico nei prossimi capitoli.

Avrei almeno altri tre titoli oltre a "Voler bene" da affrontare, ma si è fatto molto tardi e sono stanca. Potrei salvare tutto nelle bozze, ma ne ho già cinque pendenti e questa riflessione vorrei condividerla subito con te.
To be continued.
Buonanotte.
LOH