domenica 3 luglio 2016

Storia di un'anima. Capitolo Uno

03.07.2016

Opalite

Questa è la storia di un'ombra arancione. Non so dirvi se sia felice o triste, come storia, poiché, nel momento in cui scrivo, ancora non è finita.
Non è sempre stata un'ombra arancione. All'inizio di questa storia, era una piccola e bellissima luce bianca, capace di tutto, piena di potenzialità, satura di possibilità. Era lei stessa Possibilità: la sua natura bianca le permetteva di avere dentro di sé tutti i colori dell'arcobaleno e molti altri ancora, colori mai visti, colori che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Possibilità (la chiameremo così, anche se in realtà non aveva un nome) nacque da una nuvola di zucchero filato nera e da un rosso cuore pulsante. Era così piccola e fragile che pareva poter essere spezzata da un alito di vento, una cosina così preziosa! Possibilità era bellissima, tanto bella da sembrare unica: come può una creatura tanto angelica avere anche una sola copia? Eppure, in realtà, attorno a lei c'erano mille altre Possibilità identiche in tutto e per tutto, che brillavano della sua stessa stupenda bianca luce. Il mondo era illuminato da migliaia e migliaia di candidi lumi e chiunque ne concepisse uno viveva per un attimo l'illusione di avere qualcosa di unico e speciale tutto per sé. Ben presto però il miraggio svaniva e tutti i disillusi iniziavano a boccheggiare, naufraghi in un mare di caos e incertezza: una vita a cercare di ottenere qualcosa di unico tutto loro, per poi avere tra le mani una banalissima pallida possibilità. Poi, l'illuminazione: perché accontentarsi di una comunissima perfetta bianca luce, quando la si poteva deturpare ottenendo un qualcosa di diverso, imperfetto e, soprattutto, unico? Con estremo egoismo, solo per avere qualcosa di esclusivo, tutti i vari genitori iniziarono a rovinare le loro Possibilità, allevandole nel segno dell'imperfezione. Cuore Vermiglio e Zucchero di Pece non facevano eccezione: iniziarono a strofinare la loro splendida luce con stracci sporchi e spugne ispide, che chiamavano "affetto" ed "educazione". Possibilità cominciò a crescere e a mostrare una sfumatura azzurra. Quanta gioia in famiglia, una figlia azzurra! Ma di Possibilità azzurrine era pieno il mondo, era arrivato il momento di calcare la mano. Tutti gli stracci e le spugne della Terra non sarebbero bastati a rovin-... a rendere unica Possibilità, la sua natura banalmente perfetta resisteva a questi blandi stratagemmi.
Odio era una coperta lunga come il cielo e scura come le tenebre. Anche Amore era una coperta lunga come il cielo, ma questa era abbagliante come il Sole. Mille stracci non avrebbero cambiato Possibilità come un tocco d'Odio, mille spugne non l'avrebbero sconvolta come una carezza d'Amore. Questo perché Odio e Amore erano i veri genitori di tutti gli abitanti della Terra, di tutte le neonate luci; il loro eterno contrasto, la loro insolvibile duplicità, creava la vita. Odio e Amore erano genitori all'ennesima potenza e, in quanto tali, erano pronti a tutto pur di avere figli unici e tutti diversi, anche a sconvolgerli, distruggerli, ucciderli.
Cuore Vermiglio e Zucchero di Pece avevano da poco dato vita ad un'altra Possibilità, che, dopo tre anni di limatura, assunse una sfumatura rosa shocking e una giallastra. Odio intervenne: una notte si posò sui quattro addormentati, li sfiorò con le sue lunghe frange, accolse Zucchero di Pece nel suo abbraccio e lo trascinò lontano. Dopo quella notte, tutti cambiarono: Zucchero di Pece perse il rivestimento dolce e morbido, rivelandosi una nera pietra vetrosa, Pomice di Pece; Cuore Vermiglio diventò più scuro, si accese in lui una luce nera, così da non far mancare quel colore che era stato portato lontano da Odio alle sue bambine, e la sua pelle si raggrinzì per il dolore; il rosa della seconda Possibilità si affievolì per lo spavento e la sfumatura gialla quasi svanì. E la nostra Possibilità? Lei diventò un sassolino azzurro, duro, per poter sopportare tutto il dolore inflitto da Odio, per assumersi anche quello della sorella e aiutare Cuore, diventò Opalite.