lunedì 8 agosto 2022

Violoncellista 2.0

08.08.2022
Caro lettore, sono tanti mesi che non Scrivo. Ieri ho conosciuto un ragazzo che ha condiviso con me una storia che più che un racconto si potrebbe definire una fanfiction sulla ragazza che gli piace e mi è tornato alla mente questo pezzo che avevo scritto 7 (S E T T E... Dio se passa il tempo) anni fa. Così oggi ci ho rimesso mano modificando le parti che proprio non si potevano sentire.



Ci conosciamo da quando ho memoria, siamo compagni di vita da sempre. Lei é sempre stata l’unica che riuscisse a farsi preferire ad un buon libro. Lei é sempre stata il motivo per cui non sono mai stato solo. Lei conosce ogni piega della mia anima, ogni anfratto del mio cuore, ogni angolo oscuro del mio spirito. Lei é parte di me, più di una sorella, la mia gemella. Ma non la mia anima gemella. Eppure ora, mentre suona, provo qualcosa che non ho mai provato. É sempre la stessa, sono sempre le stesso, cosa é diverso? Magari sono solo condizionato dalla sua musica. Con mano morbida accompagna l’archetto di crine sulle corde tese dello strumento, come una nave mossa da un lieve vento su un calmo mare, avanti e indietro, lentamente, ma costantemente.  Improvvisamente vorrei stringere quella mano. Lei ha dita lunghe, affusolate, con le unghie tagliate corte. Quelle mani… Perché ora le desidero così tanto tra le mie? Perché ora le desidero così tanto sul mio viso, sul mio collo, sul mio petto? Me le immagino addosso, sul mio corpo, ovunque… Dio, perché questi pensieri, che cosa dico, che cosa bramo? É solo un’amica!
La musica cambia, cambia il registro. Lei sorride, ha superato un passaggio difficile, il ritmo é piú allegro. Le note sembrano raccontare di una festa in paese. La invito a ballare, ride, abbassa lo sguardo, rifiuta, insisto, accetta. Avanziamo tra le coppie che già saltellano sorridenti nella piazza. Siamo al centro. Ci teniamo per le mani, le dita intrecciate, gli occhi bassi per controllare i passi, le labbra dischiuse in riso. Prendiamo più confidenza con la danza, ora ci guardiamo negli occhi. Oggi si é truccata, non lo fa mai. Con un velo di rimmel i suoi occhi sembrano differenti, più grandi, più belli. La musica sembra rallentare, mi avvicino a lei, ora ci stringiamo le spalle. “Siamo più vicini, ci fissiamo, ma continuiamo a ridere e a saltare come semplici amici”. Mi accorgo di averlo detto a voce alta e addirittura con un filo di rammarico. Smette di sorridere e di ballare. Ecco, devo aver rovinato tutto. Abbozzo una scusa, ma non risulto molto convincente. Inaspettatamente, invece di ritrarsi imbarazzata, si avvicina, mi circonda il collo con le dita ed io faccio lo stesso intorno alla sua vita. I miei occhi si posano sulle sue labbra. Nero.
Torno alla realtà, ora la musica é più forte e spigolosa. Sessanta secondi e finirà di suonare. Prego qualsiasi cosa ci governi e ci guidi che sia stata tutta una stupida fantasia guidata dalle dolci note. Sono sempre stato molto emotivo d’altronde e che lei sia una dea del violoncello é risaputo. È capace di trasformare in melodia la sua sconfinata sensibilità, nessuno capisce come. E poi é così divertente, così intelligente…
Il pezzo é finito. Posa l’archetto sul leggio, si alza, si inchina appena, con lo strumento stretto in mano e accoglie umilmente i mille applausi. Sorride, ma quando il suo sguardo incrocia il mio mi sembra che la sua risata si apra un po’ di più. Rimango a bocca aperta come un pesce. Chiudi quella bocca! Non ci riesco. Quella gonna nera fino al ginocchio le sta magnificamente. Non l’avevo mai vista bella, non é bella, almeno non credo, ma allora perché non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue gambe? La musica é finita, ma il mio cuore continua a battere più veloce del normale, le mani sudano, gli occhi sono pieni di lacrime.

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