sabato 21 aprile 2018

Di come la Volpe amò il Principe - 1

21.04.2017
Fu estremamente meticoloso nella sua pazzia. Quando sbatté la porta alle sue spalle, non restava più nulla di integro, aveva fatto tutto a pezzi, si era assicurato di aver distrutto la vita di lei come lei aveva distrutto quella di lui. Ma non aveva finito, era pronto a fare molto peggio di quel semplice atto vandalico.
Lui era James, un uomo sulla cinquantina, di quelli che sono così pieni di barba e capelli canuti da sembrare già sui sessanta. Aveva passato tutta la sua vita nella penombra: indossava abiti grigi, faceva il tassista, viveva in un triste monolocale. James esisteva per 23 ore su 24 al giorno, ma quella restante, quella lì, dalle 6 alle 7 del mattino, la Viveva davvero, almeno per come la vedeva lui. James si alzava alle 13 tutti i giorni dal martedì al sabato e tutti i giorni dal martedì al sabato seguiva la stessa routine: water, doccia, armadio, cucina, pranzo ore 13.30, spesa, cucina, taxi, ospizio, visita alla mamma dalle 14.45 alle 15:15, taxi, televisione dalle 15:30 alle 17, inizio del turno, pausa per la cena dalle 19 alle 19:20, taxi fino alle 6 del mattino con 2 pause caffè, una ogni tre ore. Dalle 6 alle 7 restava nel parcheggio della discoteca Empire e aspettava che lei finisse di riordinare. 
Lei era Corinne, in arte Queen, una donna sulla trentina, di quelle truccate e vestite come ventenni, ma smunte e deperite come settantenni. Corinne gestiva l'Empire, una discoteca che era per lei come una figlia: sognava di aprirla da quando aveva 18 anni, ma i suoi non avevano mai sostenuto il suo pazzo progetto, volevano che studiasse economia. A 23 anni, poco prima di laurearsi, i suoi genitori morirono in un incidente stradale e, dopo un breve periodo di lutto, la ragazza investì tutta la sua eredità nel locale. Fu così che nacque l'Empire e in pochi anni divenne il locale più in voga di tutto il circondario. Corinne si alzava tutti i giorni alle 19, cenava, beveva qualcosa di molto forte che le desse la forza di affrontare la serata, si lavava (solo a volte, per amor del vero), si vestiva, truccava e andava a piedi all'Empire, poiché non aveva mai preso la patente. Alle 21 arrivavano i suoi collaboratori e insieme fino alle 23:30 organizzavano il locale, facendosi di qualsiasi stupefacente capitasse a tiro. Alle 5 i clienti uscivano, alle 6 se ne andavano anche i collaboratori e lei rimaneva un'altra ora a rassettare. In quell'ora Corinne diventava un'altra: accendeva tutte le luci, metteva della musica classica, si toglieva i tacchi, si scioglieva i lunghi capelli dorati e riordinava le ultime cose danzando leggera. Alle 6:45 andava nella sala del personale, preparava due camomille, si rimetteva i tacchi, spegneva le luci, usciva dal locale e saliva in macchina con lui.
Alle 6:55 c'erano solo loro due nel parcheggio deserto. James faceva accomodare Corinne sui sedili posteriori aprendole la portiera, una gentilezza che riservava volutamente a lei sola. La ragazza lo ringraziava con un sorriso e un bicchiere di camomilla. James metteva in moto il vecchio taxi e la accompagnava a casa, a pochi minuti da lì. Percorrevano l'intero tragitto in silenzio, sorseggiando la loro ambrata bevanda. Una volta arrivati, lui scendeva per primo e le apriva nuovamente la portiera, quindi scendeva lei, gli lasciava 5 euro e un cioccolatino in mano, si sorridevano e si lasciavano. La domenica né James né Corinne lavoravano. James passava l'intera giornata in solitudine pensando a lei. Corinne dormiva durante il giorno, mentre la sera usciva con amiche, amici o spasimanti che puntualmente venivano rifiutati. Lunedì sia James che Corinne lavoravano anche di mattina. Lei si occupava di tutte le scartoffie e puliva a fondo la discoteca. Lui era di turno dalle 8 alle 12, tornava a casa, pranzava e cercava di riposare prima della notte, ma riusciva a pensare solo a lei. Non pensate che Corinne fosse completamente indifferente a James, al contrario, avere un tassista personale la lusingava e amava il fatto che fosse l'unico uomo che conoscesse in grado di apprezzare appieno un momento di completo silenzio, ma per James era quasi un'ossessione, perché quell'ora di contemplazione era l'unico momento della giornata in cui si sentisse minimamente vivo. Si sentiva estremamente privilegiato nel poter osservare la metamorfosi di quella donna che da bruco strafatto e ipertruccato si trasformava in bellissima farfalla, che leggiadra volava sulle note di Chopin. Essere il prescelto per portarla a casa ogni mattina, ricevere addirittura una bevanda calda e un sorriso quando già solo rimirarla per lui era tantissimo, lo rendeva unico e speciale come mai era stato in vita sua. Entrambi tenevano gelosamente segreta questa routine, Corinne perché temeva le reazioni di qualche spasimante impetuoso nei confronti del suo tassista, James perché la riteneva una perla troppo preziosa per essere condivisa col mondo.
Tutto andava avanti con lo stesso ritmo ormai da 6 anni. Ma una mattina autunnale tutto cambiò.

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