venerdì 9 giugno 2017

Storia di un'anima. Capitolo Tre

09.06.2017

Potto

Non è bene che pensiate che la vita di Tela sia stata composta solo da traumi e angustie, non fu così. Al contrario, oggi vi racconterò di quello che per molto tempo ricordò come "il momento più felice della sua vita". 
Dietro al suo forte scudo, come vi dicevo, proteggeva molte anime, ma ad alcune teneva più di altre. Certo in prima fila tra le sue priorità vi era Pallida Vibrazione e insieme a lei la sua famiglia, Cuore Vermiglio in primis, ma subito dopo di loro c'era uno spirito per cui Tela avrebbe dato qualsiasi cosa: Potto. Potto era una grossa palla verde-bosco di gomma e, nonostante le sue dimensioni incutessero timore, era uno spirito dolce e fragile. Le loro strade si erano incrociate quando lei, al tempo era ancora Opalite, aveva da poco preso Forza. Entrarono subito in confidenza e lei decise di nasconderlo dietro il suo nuovo scudo. Come? Al solito, prima doveva diventare per lui utile se non indispensabile così da sperare di tenerlo legato a sé per sempre. Opalite studiò i problemi di Potto ed escogitò delle soluzioni per risolverle. I suoi crucci erano principalmente tre: non aveva voglia di coltivare fiori Cultura, era segretamente innamorato di Fata Nera e aveva il vizio di bruciacchiare piccoli brandelli del suo corpo di gomma. Dovete sapere che il principale dovere delle anime della loro età era coltivare i fiori Cultura, alcuni erano in grado di farne crescere molti e bellissimi, altri erano troppo pigri anche solo per seminarli, Potto faceva parte del secondo gruppo. Un bel giorno Opalite si avvicinò a lui e gli disse: "Eccoti dei semi, li ho presi io per te, ora decidi tu: puoi seminarli ed io ti aiuterò a farli crescere dietro a questo potente scudo di ferro, oppure puoi gettarli via; in questo caso però andrò da Fata Nera e le dirò cosa provi per lei", gli snocciolò quei granelli tra le mani ed ecco che lui, anche se un po' seccato, iniziò a piantarli dietro a Forza. Con il tempo i fiori iniziarono timidamente a crescere e con loro la personalità di Potto, così Fata Nera notò la grossa palla verde sempre al fianco della sua amica fino ad innamorarsene. Ora che due problemi su tre erano stati risolti, Opalite gli chiese un ultimo sforzo per smettere di bruciacchiarsi la gomma e così lui fece. Grazie a lei, Potto era cambiato molto, il suo colore era di un verde più brillante e sul suo corpo si era incisa una divertente fantasia. Era un buon periodo per lui insomma, ma non per lei. Si era ormai trasformata in Tela quando iniziò ad accorgersi che tutti intorno a lei la graduavano con occhi diversi: ad ogni passo che faceva si vedeva gli indici giudicanti di tutti puntati contro e sentiva forti risate di derisione. In più Volpe Rossa, un'altra anima che aveva protetto dietro a Forza, l'aveva pugnalata alle spalle, proprio là dove era scoperta. Quantomeno sapeva di essere riuscita a diventare indispensabile per Potto e lui sapeva di doverle molto, così le fece un regalo che lei non dimenticò mai. Era sera, una fredda sera invernale, ma ancora più gelidi sembravano i rapporti tra Fata Nera, Potto, Tela e qualche altra anima che era assieme a loro per una passeggiata. I due fidanzatini camminavano più avanti, gli altri più indietro e tra i gruppi pareva essersi formato un muro. Tela era gelosa: insomma, era merito suo se quei due stavano insieme, un po' di gratitudine dimostrata da quel minimo sindacale di attenzioni sarebbe stata gradita! Oltretutto lei era finita nel gruppo "single" con gente che non le stava tanto simpatica, tutt'altro. Iniziava a desiderare soltanto di tornare a casa e peraltro erano anche piuttosto vicini alla sua dimora, passeggiando erano arrivati nel parchetto là davanti.Ci entrano e i gruppi si mescolano un po', Fata Nera andò a parlare con un'altra anima e Potto salì su un'altalena, Tela restò leggermente in disparte ad osservare la scena e a tenere d'occhio il suo amico che scherzava come uno stupido palesemente per attirare l'attenzione. Ad un certo punto, Potto saltò giù dall'altalena ancora in movimento e rotolò per terra fino a fermarsi. Non si rialzava, ma si lamentava. Fata Nera non accennava ad alzare un dito per lui, così lo fece Tela. Lì accadde. Fu solo un momento, ma fu magico. "Grazie. Non solo per questo, per tutto. Grazie, tu ci sei sempre per me, sei l'unica", disse Potto e le diede un regalo che probabilmente teneva in serbo da giorni, mesi magari. La tenne vicina a sé, tirò fuori una brillante luce gialla e la premette su di lei fino a fargliela fagocitare in qualche modo. Tela brillò tutta la serata e tutta la notte: aveva appena ricevuto un Abbraccio. Ancora oggi dentro lei, dopo molte altre trasformazioni, sotto strati e strati di personalità, brilla la luce di quel regalo.