venerdì 26 dicembre 2014

Momenti teologici

26.12.2014
Il vero motivo per cui scrivo questo post é che sto usando una tastiera nuova. É bellissima e battereci sopra é un po’ come “essere la scrittrice di un film”, come dice mia sorella.
Tuttavia, ho anche molto di cui scrivere.
Ieri era Natale e stavo pensando a Gesú. Lo so, sembra assurdo oggi come oggi dire “ieri stavo pensando a Gesú”, ma seguite il mio ragionamento contorto. Ieri, millenni or sono, secondo la fede cristiana, é nato in una grotta a Betlemme un bambino figlio di madre vergine e padre fatto della sua stessa sostanza, “generato, non creato dalla stessa sostanza del Padre". Dopo diverse vicende e 33 anni quest’uomo venne crocifisso, “morí e fu sepolto e il terzo giorno é resuscitato, secondo le Scritture”. Come sappiamo il linguaggio biblico é allegorico, dietro ad una vicenda non credibile se non per fede, c’é un secondo messaggio, piu´grande, universale, un messaggio abbracciabile da credenti e non. Io non sono cattolica, ma mi piace pensare e per questo amo la storia del Vangelo.
Ammiro i fedeli. Qualche giorno fa una mia amica musulmana ma ha detto di inidiare i convertiti alla fede islamica, perché quel credo per cui lei lotta, loro l’hanno scelto, l’hanno sentito dentro.
La religione é un argomento spinoso oggigiorno. Da una parte é terribilmente mondana, terribilmente istituzionale, terribilmente temporale; dall’altra é così fuori moda, così out, così imbarazzante… Trovatemi una persona cattolica sulla carta tra i 15 e i 25 anni che non si vergogni di credere in Dio e di professare il suo credo, che non si vergogni di dire a voce alta di voler pregare. Io lo trovo triste. Mi rendo conto che lo sguardo critico e scientifico renda difficile avvicinarsi ad una fede di dogmi e postulati, ma perché discostarsi da questa visione deve essere motivo di biasimo e vergogna?
Io credo sia stupido non credere in nulla di più grande, non abbiamo le prove per dire che Dio non esista. Certo non abbiamo nemmeno quelle per affermare che esista, ma allora se ci troviamo davanti ad un 50 e 50, perché schierarsi totalmente dalla parte del no? Personalmente ritengo molto più probabile che ci sia qualche cosa di più grande, qualche cosa che ha dato il via a tutto il resto, qualche cosa che traspare dietro l’arancio di un tramonto o tra le labbra chiuse in un bacio.
Labbra chiuse in un bacio...
Ieri il mio ragionamento, non so come di preciso, é finito sull’Amore. Credo che odio e amore siano le due forze motrici del mondo. La nostra esistenza sussiste se solo respiriamo, se il nostro corpo vive, se il nostro cuore batte, se i nostri impulsi corrono, ma Vivere é tutt’altra cosa. Non siamo altro se non puntini invisibili all’interno del punto un po’ più grande “Italia” che si trova nella minuscola Europa che é dentro la Terra, un granello di sabbia che gira nel piccolo Sistema Solare che si trova all’interno di una galassia che con chissà quante altre forma l’universo. Siamo così piccoli e inutili. Alla fine del mio ragionamento sono arrivata a pensare che la nostra esistenza non abbia poi tanto senso; la nostra Vita invece ne ha. Perché se domani, amico lettore, arrivasse la tua norte, non ti prenderebbe silenziosamente, ma porterebbe delle conseguenze nella vita degli altri. Ci sarà chi piangerà per te, chi gioirà  chi ti studierà  chi ti seppellirà e via dicendo. La nostra Vita ha un senso perché in caso della sua assenza, le cose cambierebbero. Ma non solo. La nostra Vita ha un senso perché persino la sua presenza fa la differenza. La mia Vita può essere utile, il fatto che io esisto, aggiunto al fatto che provo sentimenti e ragiono, può cambiare le cose per qualcun’altro, in meglio o in peggio. Ma non é finita. La nostra Vita può cambiare le cose a noi stessi. Noi possiamo essere felici. Noi possiamo amare. Noi possiamo scegliere. Noi possiamo ridere, possiamo piangere, possiamo scrivere, possiamo opporci, possiamo shierarci, possiamo pensare…
Vivere é scegliere, ma da cosa sono spinte le nostre scelte se non dall’amore e dall’odio? Vivere é amare e non amare. Assurdo? No, tutta la nostra realtà é fatta di polarità  di opposti, di contrari. Vivere non fa eccezione.
E allora penso: in quante culture Dio é amore? E se prendiamo Dio come amore e amore come vita, la Bibbia, il Vangelo… non possono essere anche per noi non credenti elogi della vita e quindi di qualcosa che ci riguarda intimamente? Allora a Natale nasceremmo anche noi...
Non saprei, sarò onesta con voi, non credo al 100% a tutto ciò che ho scritto in questo post. Sono solo ragionamenti sconclusionati di qualcuno, chissà chi, chissà dove, troppo preso dall’amore e dalla sua tastiera.
Non ho mai pensato così tanto a qualcuno, non ho mai pregato così tanto per qualcuno…


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